Taggato: potere

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Marco Riformetti | Di ricette e cuoche

Come è noto, Marx ebbe a rivendicare [75], contro la critica dei positivisti francesi, la scelta di non prescrivere ricette comtiane per l’osteria dell’avvenire nella sua opera maggiore, Il Capitale. Ma il “fioretto” era arrivato tardi perché Marx si era già occupato da tempo dell’“osteria” (valgano per tutte le splendide pagine dedicate al “feticismo delle merci”

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Bertolt Brecht | L’arte del leccapiedi

Ci si è spesso domandati se l’arte del leccapiedi presupponga un talento innato. Si tratta in realtà di una domanda oziosa perché, se anche esistesse una predisposizione naturale, essa sarebbe, come accade per la musica, molto più diffusa di quanto generalmente si creda

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Marco Riformetti | Lenin e il ricorso alla violenza come necessità

Diversamente da quanto capita talvolta di leggere [67] per i marxisti lo Stato non è affatto semplice esercizio della funzione repressiva (anche se, in definitiva, la forza materiale è quella che regola in ultima istanza i rapporti di forza tra le classi); Gramsci, lo abbiamo detto, parla di forza e di egemonia; Althusser parla di Apparati repressivi di Stato e di Apparati ideologici di Stato

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Giorgio Agamben | Chiarimenti (con una chiosa iniziale di Antiper)

Il filosofo Giorgio Agamben in una serie di articoli pubblicati su Quodlibet (Contagio, Chiarimenti, Riflessioni sulla peste) e il Manifesto (Lo stato d’eccezione provocato da un’emergenza immotivata), pone alcune questioni in merito al modo in cui la società ha reagito all’epidemia Coronavirus. Sono questioni che sottendono probabilmente una visione paranoica del rapporto tra potere e masse, e che tuttavia meritano di essere lette e analizzate – tanto più che si tratta di interventi brevi – a prescindere dal retro-pensiero agambeniano.

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Luca Mori | Trasimaco e il sospetto sul potere e sulla giustizia

Tra le interpretazioni citate nel corso della bibliografia ragionata nelle sezioni precedenti, ce ne sono alcune che alludono al carattere disvelante e demistificatore della tesi di Trasimaco, senza però argomentare a fondo la portata filosofica di simile intuizione, in quanto spesso gli stessi studiosi che vi alludono non riconoscono uno spessore teoretico significativo alla posizione del sofista di Calcedonia