Taggato: finanza

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Roberto Castaldi | 51 anni fa finiva Bretton Woods

Il 15 agosto 1971, 50 anni fa, il Presidente americano Nixon dichiarò l’inconvertibilità del dollaro in oro e segnò la fine del sistema monetario di Bretton Woods. Tra il 1945 e il 1989 fu probabilmente il singolo evento con il maggiore impatto sull’economia e la politica mondiale, perché cambiò un’istituzione sociale su cui si regge l’economia mondiale, e i cui effetti sentiamo ancora oggi.

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Marco Riformetti | Il Covid-19 e la (nuova) crisi che verrà

“Dopo alcune settimane dallo scoppio dell’epidemia di Covid-19 in Occidente è già molto diffusa la consapevolezza che questa crisi produrrà enormi effetti economici e sociali: “L’economia mondiale non ha mai visto niente di simile. Quasi tutte le previsioni economiche per il 2020 parlano di una contrazione del PIL globale del 3-5%, peggiore quanto, se non di più, di quella della Grande Recessione del 2008-9. Secondo l’OCSE, nella maggior parte delle economie la produzione diminuirà in media del 25%, mentre intanto i “lockdown” vanno avanti e interesseranno direttamente una quota di settori che rappresentano fino a un terzo del PIL delle principali economie. Per ogni mese di contenimento è prevista una perdita di 2 punti percentuali nella crescita del PIL annuale””

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Antiper | Neo-liberismo e anti-neo-liberismo tra Stato e mercato

Indice: Il crack finanziario del 2007 e la “sconfitta” del neoliberismo (10 luglio 2012), Un particolare tipo di regolazione: la de-regolazione (29 luglio 2012), La guerra come intervento dello Stato in economia. Una nota (9 ottobre 2012).  

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Antiper | La grossa crisi

Antiper, La grossa crisi, Raccolta di interventi sulla crisi economica, politica e sociale del capitalismo pubblicati tra dicembre 2011 e aprile 2012, EBOOK, 52 pag., COPERTINA.

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Antiper | Il crack finanziario del 2007 e la “sconfitta” del neoliberismo

Secondo la quasi totalità dei commentatori “anti-neo-liberisti” il crack finanziario del 2007 – quello, per intenderci, dei “mutui subprime” – costituirebbe un’evidente sconfitta storica e teorica del neo-liberismo dal momento che quella crisi avrebbe dimostrato inequivocabilmente come il sistema finanziario americano e internazionale siano potuti sopravvivere al proprio collasso solo grazie al massiccio intervento diretto degli Stati. E, quando lo Stato interviene – deducono gli anti-neo-liberisti – il neo-liberismo è fritto

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Antiper | La crisi e le mele

Da tre anni, uno degli argomenti “clou” del dibattito internazionale è quello della crisi. Ieri il crollo di Wall Street, oggi il debito italiano e il destino dell’euro. Ad osservare la sequenza temporale verrebbe da pensare che gli USA siano riusciti a risolvere i loro problemi semplicemente scaricandoli sull’Europa. E in effetti qualcuno [2] pensa proprio questo: pensa, cioè, che le banche di investimento americane, spalleggiate dalle agenzie di rating (sempre americane) e dal proprio governo (ovviamente, americano), dopo essere state graziate dal piano di salvataggio del 2008-2009 abbiano riversato i propri appetiti speculativi sull’Europa, attaccandone un paese alla volta (prima la Grecia, ora l’Italia) e determinandone la crisi attuale.

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Antiper | Pagheremo caro, pagheremo tutto. Intervento breve su crisi finanziaria internazionale e comunismo

Dalla prima metà di settembre, il sistema finanziario internazionale è scosso da una crisi devastante che ha già portato al collasso alcuni dei pilastri della finanza americana ed europea come Fannie Mae, Freddie Mac, Lehman Brothers, AIG, Merryl Lynch, HBOS, Washington Mutual, Fortis, Wachovia, Bradford & Bingley, Glitnir, Hypo Real Estate, RBS, Lloyds TSB…) e della quale nessuno è in grado di prevedere il “punto di caduta”.