Antiper | Viva la Resistenza, lotta del proletariato per il potere
Viva la Resistenza, lotta del proletariato per il potere
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Viva la Resistenza, lotta del proletariato per il potere
Conosci il tuo nemico / Dibattito / Distruzione della ragione / Essere antifascisti / Letture / Pensieri
Non è una cosa facile misurare in profondità la perdizione umana e la distruzione interiore indotte in tante menti dal nazionalsocialismo. Da parte nostra non avremmo mai condotto queste ricerche se non fossimo stati guidati, man mano che prendevamo coscienza della gravità del disastro, dalla crescente convinzione della necessità vitale di veder la filosofia liberarsi dell’opera di Heidegger. I suoi scritti, infatti, continuano a diffondere quelle concezioni radicalmente razziste e distruttrici per l’essere umano che costuiscono i fondamenti dell’hitlerismo e del nazismo.
Franco Franceschi apre la sua analisi con una breve riflessione sull’esordio dell’industria laniera nella Firenze del Duecento e sul suo consolidamento fino agli anni ‘30 del Trecento, trattando piuttosto fugacemente della peste di fine anni ‘40 e della fase contraddittoria che ne segue. Ma è soprattutto in relazione al periodo che va dalla seconda metà inoltrata del Trecento alla prima metà del Quattrocento che l’analisi scende in profondità.
Il tema dell’automazione associata agli algoritmi progettati per i computer, che incrementa la possibilità che macchine intelligenti sostituiscano il lavoro umano, esiste da più di un secolo e mezzo; a partire dal progetto della macchina differenziale di Charles Babbage (1822), e della celebre definizione di “general intellect” nei Grundrisse di Karl Marx, a cui seguì il successivo concetto di “lavoratore complessivo” [*] presente nel Capitale
Ernesto Screpanti propone un’operazione storiografica interessante (oggi abbastanza desueta) ovvero l’applicazione di un codice storico-epistemologico moderno di carattere marxista al periodo pre-moderno (ed anzi tardo-medievale) della seconda metà del Trecento.
Autoformazione / Autoproduzioni / controcultura / Dibattito / Marxismo e comunismo / Mondo / Scienza / Solidarietà
L’attuale sistema di produzione di conoscenza nella scienza è un classico esempio di sistema capitalista fallito. I ricercatori vengono sfruttati e non ricevono denaro per il loro lavoro: la conoscenza che producono sotto forma di articoli di ricerca non appartiene a loro. E non appartiene nemmeno alle persone. Invece, la conoscenza nella scienza oggi è una proprietà privata di poche potenti aziende, che ne ricavano enormi quantità di denaro
Critica marxista dell'economia politica / Dibattito / Pluslavoro e capitale / Rileggere il Capitale / Studi sul Capitale
In questo contributo, così come nei testi a cui più faremo riferimento, è ricorrente il concetto di “modo di produzione” che costituisce uno dei concetti fondamentali dell’arsenale teorico marxista, uno di quei concetti che fondano quella che è stata definita la concezione materialistica della storia
Critica marxista dell'economia politica / Dialettica / Dibattito / Rileggere il Capitale / Studi sul Capitale
Rileggere il Capitale. Ciclo di incontri sul primo libro del Capitale di Karl Marx
Quello della “questione ambientale” è diventato un topic dominante. È un tema importante? Certamente. Ma come viene affrontato?
Nelle assemblee popolari la retorica vince sulla scienza. Se questo accade – e spesso in effetti accade – è perché il sofista conosce l’arte della persuasione retorica mentre l’“uomo specializzato” conosce l’arte della dimostrazione scientifica. Ma la scienza non brilla, diceva Thomas Hobbes, non appare nella sua forza se non a coloro che la padroneggiano
La questione del rapporto tra musica e corpo non nasce certo negli anni ‘70. Sin dagli albori del rock, alla metà degli anni ‘50, l’America puritana e benpensante si era scagliata violentemente contro il fenomeno rock’n’roll fino al punto di promuovere vere e proprie manifestazioni cittadine per impedire lo svolgimento dei concerti.
Non è difficile, almeno in Italia, trovare un accordo linguistico sul termine “operaismo”. Non ci sono dubbi sulle principali riviste intorno a cui si è formato questo filone di pensiero negli anni ’60 e ’70 (Quaderni Rossi, Classe Operaia, Potere Operaio), né sugli autori che ne sono i principali esponenti (Raniero Panzieri, Mario Tronti e Antonio Negri hanno senz’altro una posizione di spicco sui molti altri che hanno dato contributi anche molto importanti
Continuando a ragionare sul tema dell’organizzazione comunista, a noi pare indispensabile il superamento di una logica ideologico-residuale che ci ripropone “ad ogni pie’ sospinto” dibattiti su Trotzky e Stalin, su Gramsci e Bordiga, su Franco e Ciccio, su Tom e Jerry, su Tizio e Caio… senza riuscire a produrre uno straccio di analisi storico-materialistica degna di questo nome.
Autoproduzioni / Dibattito / Marxismo e comunismo / Ne pas se raconter des histoires / Quattordici anni
Nell’agosto del 2000 abbiamo pubblicato un opuscolo contenente analisi e tesi attorno alle quali abbiamo costruito l’iniziativa politica di questi 4 anni; in una di queste tesi sostenevamo che il compito principale della fase attuale fosse quello di contribuire alla ricostruzione del partito comunista, la cui condizione propedeutica individuavamo nel superamento dialettico di molte delle divisioni esistenti all’interno del movimento comunista
Benvenuti nell'Antropocene / Bio / Dibattito / Natura e società / Rileggere il Capitale / Studi sul Capitale
“L’uso del concetto di metabolismo nel lavoro di Marx non era semplicemente (e neppure principalmente) il tentativo di risolvere un problema filosofico, ma piuttosto lo sforzo per fondare materialisticamente la propria critica sull’economia politica nel quadro delle relazioni uomo-natura che sorgevano dalla scienza della natura dei suoi tempi”
Come in ogni querelle che si rispetti, ogni contendente tende a presentare le proprie argomentazioni come ortodosse e quelle dell’antagonista come eretiche; qui interessa osservare che entrambe le argomentazioni si collocano in un quadro teorico entro cui il pensiero di Marx è un punto di riferimento fondamentale.
È allo stesso tempo un onore ed un piacere prendere la parola qui oggi (1). È un onore che mi sia stato chiesto di tenere la conferenza annuale in memoria di Isaac Deutscher, un uomo che ha sempre seguito il proprio pensiero con grande coraggio, il quale ha cercato per tutta la vita di dire la verità, così come egli la vedeva, senza lasciarsi intimidire dagli attacchi, da qualsiasi parte provenissero.
China is currently the world’s largest economy measured by purchasing power parity. As the rapid expansion of the Chinese economy reshapes the global geopolitical map, Western mainstream media has begun to define China as a new imperialist power that exploits cheap energy and raw materials from developing countries. Some Marxist intellectuals and political groups, drawing from the Leninist theory of imperialism, argue that the rise of monopoly Chinese capital and its rapid expansion in the world market have turned China into a capitalist imperialistic country.
La vulgata del Marx economicista (di cui la riduzione a denaro della concezione del capitale è un caposaldo) è uno dei tanti modi per deformare il pensiero di Marx presentandolo in modo unilaterale, monco, limitato. Si taglia un braccio a Marx e poi si grida che a Marx manca una mano. È anche questa una “interiorizzazione dell’esteriorità” ovvero una vulgata che a forza di essere ripetuta come vera è divenuta vera
Due anni fa, in una riflessione sull’esito elettorale delle elezioni politiche 2008 e sulla situazione politica italiana [1] commentavamo con amara ironia la proliferazione di sigle di “sinistra” e di partiti “comunisti” (anche “a due alla volta”). Da allora le cose sono ulteriormente “progredite”.
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