Categoria: controcultura

0

Marco Riformetti | Il Fronte di sinistra delle arti (LEF)

L’arte, secondo il LEF, non dev’essere fine a sé stessa e gli artisti devono impegnarsi nella trasformazione rivoluzionaria a fianco delle masse popolari. Si arriva addirittura a parlare di uso propagandistico dell’arte

0

Marco Riformetti | Il PCI e le autoriduzioni

Nei primissimi anni ‘70 l’atteggiamento del PCI verso il fenomeno delle autoriduzioni è un atteggiamento di attenzione (anche se esclusivamente nei confronti delle iniziative di lotta per l’autoriduzione dei fitti guidate dall’UNIA)

0

Marco Riformetti | L’Accademia delle Scienze Artistiche da RAKhN a GAKhN

C’è ancora un’ultima istituzione legata al mondo dell’arte contemporanea che opera nella Russia degli anni ’20 e sulla quale può essere interessante svolgere una breve riflessione: si tratta dell’Accademia delle Scienze Artistiche che nasce nel 1921 come accademia “russa” (RAKhN [1]) e che dal 1925 diventa accademia “statale” (GAKhN [2]).

0

Marco Riformetti | Autoriduzioni, appropriazioni, occupazioni

In un certo momento della storia d’Italia la pratica delle autoriduzioni è talmente diffusa che sarebbe necessaria un’intera ricerca ad hoc per riepilogarne, anche solo sommariamente, gli elementi salienti. In quel momento, persino organizzazioni assai poco estremiste come CGIL, CISL e UIL sostengono in certa misura le autoriduzioni come forma di resistenza dei lavoratori contro i rincari operati dal Governo (GINSBORG [2006])

0

Marco Riformetti | L’Istituto di cultura artistica di Pietrogrado (GINKhUK)

La sperimentazione delle avanguardie viene assunta addirittura come riferimento teorico. Nel 1923 il Museo della Cultura Artistica di Pietrogrado (che era stato istituito assieme a quello di Mosca nel 1919) diventa Istituto della cultura artistica (GINKhUK). Questo passaggio segnala la volontà di andare oltre il semplice luogo di esposizione per diventare un’istituzione orientata alla ricerca e alla sperimentazione nel campo dell’arte

0

Marco Riformetti | L’esperienza del Museo della cultura pittorica di Mosca e l’INKhUK

Negli stessi anni in cui si sviluppa la Scuola d’arte popolare di Vitebsk altre istituzioni e altri movimenti d’avanguardia nascono nella Russia rivoluzionaria. Nel 1919 viene creato a Mosca il Museo della cultura artistica [6] che in seguito cambierà il proprio nome in Museo della cultura pittorica. Questo museo si caratterizza per il fatto di ospitare esibizioni ed attività legate all’arte d’avanguardia, ma anche per una peculiarità “manageriale” ovvero per il fatto di essere guidato direttamente da artisti

0

Marco Riformetti | I capelloni ovvero le ascendenze

Le due esperienze più influenti all’interno del movimento per le autoriduzioni ai concerti sono, lo vedremo meglio più avanti, «Re Nudo» e «Stampa Alternativa». In queste due esperienze spiccano le figure di Andrea Valcarenghi (direttore di «Re Nudo») e di Marcello Baraghini (direttore di «Stampa Alternativa») le quali, sia pure in modo diverso, attraversano buona parte delle controculture degli anni ‘60 e ‘70 ed esercitano, con le proprie produzioni, un’influenza importante

0

Yuri Rozhkov | Per il poema “Agli operai di Kursk” di Vladimir Majakovskij

Fotopoesia di Yuri Rozhkov per il poema di Majakovskij Agli operai di Kursk che hanno estratto il primo minerale, (1924), Monumento provvisorio, PDF, 17 pagine

0

Alexandra Elbakyan | Comunismo, sci-hub e libero accesso alla conoscenza

L’attuale sistema di produzione di conoscenza nella scienza è un classico esempio di sistema capitalista fallito. I ricercatori vengono sfruttati e non ricevono denaro per il loro lavoro: la conoscenza che producono sotto forma di articoli di ricerca non appartiene a loro. E non appartiene nemmeno alle persone. Invece, la conoscenza nella scienza oggi è una proprietà privata di poche potenti aziende, che ne ricavano enormi quantità di denaro

0

Marco Riformetti | La musica come linguaggio universale?

L’idea della musica come linguaggio universale non è nuova e non è neppure peregrina; d’altra parte l’idea che una certa particolare musica (o addirittura la musica in sé) possieda un proprio “carattere politico” e che quindi sia di per sé stessa portatrice di un certo tipo di discorso è più discutibile e paradossalmente si era fatta strada già in epoca fascista con il futurismo «per il quale la musica era ideologia in sé stessa e dunque doveva disporre della massima libertà».

0

Marco Riformetti | I giovani come segmento sociale autonomo

Quella che esista (o meno) un’identità “generazionale” che stratifica la composizione sociale ovvero il fatto che l’età anagrafica permetta o meno di identificare uno strato socio-culturalmente distinto – i Giovani – è una vecchia questione. Certamente esistono i giovani come persone identificabili su base generazionale, ma questi giovani possono abitare in una grande villa in collina oppure in un piccolo appartamento di un quartiere degradato, possono frequentare una scuola privata oppure una scuola serale: possono avere – ed in effetti hanno – esperienze di vita completamente disomogenee.

0

Marco Riformetti | Largo ai giovani!

Uno degli elementi che caratterizzano l’intera decade degli anni ‘60 è certamente quello dell’affermazione dei giovani sulla scena sociale; le avvisaglie di questa affermazione si manifestano già dalla metà degli anni ‘50 quando i giovani diventano protagonisti della cultura di massa americana nella musica (con il rock’n’roll) o nel cinema (con film come Il selvaggio, Gioventù bruciata, Il seme della violenza…), ma anche nella graduale diffusione dei temi posti dalla beat generation (dal rapporto con la sessualità e l’omosessualità fino all’uso di droghe passando attraverso il mito del viaggio, fisico o spirituale…