Taggato: movimento operaio

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Nanni Balestrini | La battaglia di Corso Traiano

Corso Traiano sta proprio dirimpetto alla palazzina degli uffici Fiat. Corso Traiano c’ha due corsie e una corsia centrale dove ci sono le rotaie del tram e i sassi. Noi scendevamo giú camminando sulla destra e in senso inverso dall’altra parte venivano avanti i poliziotti. Che poi si fermano e aspettano bloccando il traffico.

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Antiper | Surfin’ politics. L’operaismo come metodo

Annus horribilis per l’operaismo italiano con la morte di Tronti, Negri, Piperno. Potrebbe essere l’occasione di un bilancio di questa corrente politica che ha avuto (ed in certa misura ancora ha) una sua influenza all’interno del cosiddetto “movimento”. Chi si prenderà la briga di fare questo bilancio forse la prima cosa che dovrebbe analizzare è quale sia stato davvero il rapporto che gli operaisti hanno avuto con gli operai.

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Marco Riformetti | Il secondo “biennio rosso”: Sessantotto e Sessantanove (“autunno caldo”)

All’inizio degli anni ‘60 le lotte sociali sono quasi esclusivamente lotte operaie; anche le manifestazioni di piazza sono rette in sostanza dai soli lavoratori (QUADERNI PIACENTINI [1962b]). Ben presto però anche gli studenti iniziano a partecipare ai picchetti e si guadagnano la fiducia prendendosi la loro parte di repressione

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Antiper | Il ciclo sgonfiato. Premessa storica e politica

I partiti parlamentari che, negli ultimi 15 anni, si sono definiti “comunisti” – PRC e PdCI – hanno rappresentato, all’apice del proprio consenso, una quota elettorale inferiore al 10%. Questo significa che gli italiani non comunisti o addirittura ostili al comunismo sono più del 90%.
Che l’Italia non fosse mai stata particolarmente incline verso i “comunisti” e la “sinistra” lo si sapeva da tempo, aldilà della fanfara sul “più grande partito comunista dell’Occidente” che era grande numericamente appunto perché non era comunista politicamente.

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Antiper | Il ciclo sgonfiato. Introduzione

Come recita il sottotitolo, questo contributo intende essere una riflessione aperta sul risultato elettorale e sulla situazione politica italiana; non c’è alcuna velleità di esaurire le questioni o di offrirne un’interpretazione dogmatica. Al contrario, l’ambizione è piuttosto quella di proporre un’ipotesi di lavoro da verificare, approfondire, confrontare e mettere in relazione con altre riflessioni (e con altri testi elaborati nell’ambito di un percorso di analisi e di iniziativa politica avviato ormai da alcuni anni)