Antiper | C’è del metodo in questa follia (delle bolle)
“Il 18 giugno Nvidia ha superato la valutazione di mercato azionaria di Microsoft e Apple e oggi vale circa 3,34 trilioni di dollari. Alla società sono bastati solo 96 giorni perché la sua valutazione salisse da 2.000 miliardi di dollari a 3.000 miliardi di dollari. Microsoft e Apple hanno impiegato rispettivamente 945 e 1.044 giorni per farlo. Al contrario, la società ha impiegato 262 giorni per aumentare la propria capitalizzazione da 1.000 miliardi di dollari a 2.000 miliardi di dollari, rispetto ai 786 e 749 delle due società più grandi sopra menzionate, Microsoft e Apple.” (Fonte: XTB Research, Bloomberg Finance L.P)
Nel campo informatico Nvidia è una società leader che, ad esempio, controlla quasi il 90% del mercato delle GPU, tanto importanti per i gamers di tutto il mondo.
“Nvidia’s market share shot up to 88% in Q1, according to JPR, from 80% the previous quarter, and most of that was, of course, stolen from AMD, which fell from 19% to 12%.” (TechRadar)
Nonostante questo la performance che la società ha avuto dall’inizio del 2024 ad oggi è decisamente impossibile da ricondurre al solo piano industriale. Come e più di tante altre aziende hi-tech, Nvidia sta vivendo una fase di euforia sul mercato azionario che è possibile solo definire come “bolla”.
Che questa bolla sia destinata ad esplodere repentinamente o a sgonfiarsi gradualmente fa la differenza, ovviamente; anche se, in definitiva, l’esito è lo stesso: la svalutazione del titolo.
Non ci interessa indagare sulle ragioni o il destino di questa bolla, ma porci una domanda: Nvidia è una società americana che dipende da Taiwan per buona parte la sua filiera produttiva; e allora come mai le crescenti tensioni con la Cina sembrano non spaventare gli speculatori? Perché questi sembrano non temere l’escalation militare che bloccherebbe il Mar cinese meridionale mettendo in ginocchio Taiwan? E’ lecito pensare che le società finanziarie che stanno spingendo la speculazione considerino le minacce americane soprattutto propaganda elettorale interna e che in questo momento gli USA siano intenzionati soprattutto ad abbaiare senza mordere più di tanto? Davvero i cowboys di Washington pensano di uscire “vincenti” da un confronto strategico-militare con la Cina e con quelli che sempre di più diventerebbero alleati di questa (a partire dalla Russia)?
Certo, in un più lungo termine le cose potrebbero cambiare; per meglio dire, sono destinate a cambiare. Se l’ascesa cinese e la tendenza all’abbandono del dollaro come moneta universale da parte di aree sempre più vaste del pianeta continueranno gli USA saranno costretti a cercare la distruzione diretta di capitale del nemico. Le “guerre per procura”, le “rivoluzioni colorate”, i “bombaramenti etici”… non basteranno più.