Categoria: Bio

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Giulia Iacometti | Importanza politica della querelle tra Jason Moore e la Monthly Review

La questione del dualismo ha un’importanza non solo epistemologica, ma anche politica. Postulare la netta separazione tra società (capitalistica) e natura può infatti condurre a ritenere possibile e auspicabile un capitalismo rispettoso dell’ambiente grazie allo sviluppo di tecnologie “eco-sostenibili”

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Giulia Iacometti | L’origine marxiana del concetto di frattura metabolica

“L’uso del concetto di metabolismo nel lavoro di Marx non era semplicemente (e neppure principalmente) il tentativo di risolvere un problema filosofico, ma piuttosto lo sforzo per fondare materialisticamente la propria critica sull’economia politica nel quadro delle relazioni uomo-natura che sorgevano dalla scienza della natura dei suoi tempi”

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Giulia Iacometti | Il dibattito tra Jason Moore e la Monthly Review

La riflessione “ecologica” di Jason Moore è al centro di un dibattito entro cui si misurano posizioni diverse, alcune favorevoli ed altre più critiche come ad esempio quelle della rivista marxista statunitense Monthly Review. Monthly Review è una longeva “rivista socialista indipendente” fondata nel 1949 dall’economista marxista Paul W. Sweezy.

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Comitato nazionale “chiarezza sui vaccini” | Marxismo e metodo scientifico: lotta ideologica e politica nella nuova fase pandemica

Un anno e mezzo di pandemia ha messo a nudo la crisi del sistema capitalistico.
L’evidente fallimento delle misure di contenimento – sempre parziali e tardive – attuate dai paesi capitalistici europei, nordamericani ed in generale dalla stragrande maggioranza dei paesi OCSE che seguono le dottrine neoliberiste e le crescenti conseguenze della tattica delle mezze misure prolungate sulle attività economico-sociali maggiormente colpite, hanno provocato disastrosi effetti in termini di salute pubblica, in un clima altalenante di sfiducia ed incertezza.

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Antiper | Critica dell’Appello dei docenti contro il Green Pass

L’appello esordisce con un’affermazione interessante: se il Green Pass esiste è perché il decisore politico non ha voluto assumersi una “piena” “responsabilità”. Ma una “piena” “responsabilità” di cosa? Evidentemente, la “piena” “responsabilità” di introdurre l’obbligo vaccinale. Il Governo ha dunque usato il Green Pass come escamotage per spingere alla vaccinazione gli indecisi. Vero. Ma a questo punto bisogna domandarsi perché il decisore non si è assunto le proprie responsabilità e la risposta è semplice: perché questo avrebbe compromesso la tenuta della maggioranza che appoggia il Governo. Ergo, il Governo non ha assunto una giusta [1] misura – l’obbligo vaccinale – per non scontentare partiti che sono pieni di elettori “no vax” i quali non vogliono farsi vaccinare ed avrebbero fatto le barricate contro l’obbligo (alimentando a dismisura il consenso dell’opposizione post-fascista della Meloni e per questa ragione il certificato verde è appoggiato anche da PD e M5S).
Ne deduciamo due cose: 1) se il Green Pass esiste è per colpa dei “no vax” e dei partiti e movimenti che li rappresentano – dentro e fuori il Governo (i no vax di sinistra, che pure esistono, sono sostanzialmente irrilevanti) – e 2) il Governo ha sottomesso a valutazioni di interesse politico e di potere scelte che avrebbero dovuto essere governate solo da criteri di carattere scientifico e di tutela della salute pubblica.

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Roberto Finelli e Tania Toffanin | Sul privilegio (Note critiche su Agamben-Cacciari)

Abbiamo inteso di scrivere qualche riflessione insieme su quanto Giorgio Agamben e Massimo Cacciari hanno pubblicato il 26 luglio 2021 sul sito dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (A proposito del decreto sul “green pass”), perché ci sembra utile fare un poco di chiarezza sullo spirito del tempo, sul Zeitgeist, di cui i due autori citati ci appaiono essere solo l’epifenomeno più vistoso e accreditato.

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Albert-László Barabási | Viruses and Fads

When in 1997 we saw the first decline of AIDS deaths in the United States, we thought that the worst was over. We were wrong. Currently, every day 15,000 people are infected worldwide. The majority of them will die of the disease within a decade. If you are a fifteen-year-old in Botswana today, your risk of contracting and dying of AIDS during your lifetime is almost 90 percent

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Antiper | Tra mercati antichi e rotte globali. Commento a “Sulla situazione epidemica” di Alain Badiou

Dice Badiou: “Non ho trovato dunque nient’altro da fare che provare, come tutti, a sequestrarmi in casa mia, e nient’altro da dire se non esortare tutti a fare altrettanto. Rispettare, su questo punto, una rigida disciplina è tanto più necessario in quanto è un sostegno e una protezione fondamentale per tutti coloro che sono più esposti: certo, tutto il personale medico curante, che è direttamente sul fronte, e che deve poter contare su una ferma disciplina, ivi comprese le persone infette; ma anche i più deboli, come le persone anziane, in particolare quelle in EPAD (European Prevention of Alzheimer’s Dementia) o immunodepresse; e inoltre tutti coloro che vanno al lavoro e corrono così il rischio di un contagio”

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Antiper | Due frame in tempo di pandemia

Da settimane, a livello internazionale, esiste un solo topic comunicativo le cui parole chiave sono: virus, epidemia, pandemia, Corona virus, morti, positivi…
Questo topic viene interpretato attraverso due frame comunicativi principali che possiamo riassumere in questo modo:
– Frame terroristico: “è tornata la peste”, “basta uscire sul balcone per beccarsi il contagio”, “il virus si trasmette anche attraverso Whatsapp”…, il cui corollario è “stiamo chiusi in casa se non vogliamo morire e portare la morte”;
– Frame riduzionistico: “è una normale influenza”, “ogni anno, nel mondo, le “normali” influenze causano fino a 600.000 morti”, “muoiono solo vecchi e malati”… il cui corollario è “vi tiene in casa il Grande Fratello biopolitico (o lo Stato comunista o lo Stato Imperialista, a seconda delle varianti di destra o di sinistra) per togliervi la libertà”.
Come tutte le dicotomie rigide che non sanno cogliere la dialettica tra gli opposti anche quella tra lettura apocalittica e lettura “niente di che” ci aiutano solo ad allontanarci dalla comprensione delle cose.

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Alain Badiou | Sulla situazione epidemica

Ho sempre ritenuto che l’attuale situazione, segnata da un’epidemia virale, non aveva certo nulla d’eccezionale. Dalla pandemia (anch’essa virale) dell’HIV, passando per l’influenza aviaria, il virus Ebola, il virus SARS 1, per non parlare di diversi tipi d’influenze, persino del ritorno del morbillo o delle tubercolosi, che gli antibiotici non guariscono più, sappiamo ormai che il mercato mondiale, combinato con l’esistenza di vaste zone sotto-medicalizzate del pianeta e con l’insufficienza della disciplina mondiale nelle necessarie vaccinazioni, produce inevitabilmente delle epidemie serie e devastanti (nel caso dell’HIV, diversi milioni di morti)

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Giorgio Agamben | Chiarimenti (con una chiosa iniziale di Antiper)

Il filosofo Giorgio Agamben in una serie di articoli pubblicati su Quodlibet (Contagio, Chiarimenti, Riflessioni sulla peste) e il Manifesto (Lo stato d’eccezione provocato da un’emergenza immotivata), pone alcune questioni in merito al modo in cui la società ha reagito all’epidemia Coronavirus. Sono questioni che sottendono probabilmente una visione paranoica del rapporto tra potere e masse, e che tuttavia meritano di essere lette e analizzate – tanto più che si tratta di interventi brevi – a prescindere dal retro-pensiero agambeniano.

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Mike Davis | Il Covid19 si ferma con la solidarietà internazionale

Il Coronavirus è un vecchio film che stiamo guardando in loop da quando, nel 1994, con il suo libro The Hot Zone Richard Preston ci ha presentati a un demone sterminatore, nato in una misteriosa caverna di pipistrelli dell’Africa centrale, e conosciuto col nome di Ebola. È stata solo la prima di una serie di nuove malattie sorte nel «terreno vergine» (è questo il termine tecnico) del sistema immunitario inesperto dell’umanità. L’Ebola è stata rapidamente seguita dall’influenza aviaria, passata agli umani nel 1997, e dalla Sars, comparsa alla fine del 2002: entrambe si sono manifestate per la prima volta a Guangdong, il centro nevralgico dell’industria mondiale.