Download Antiper, Segni dei tempi, pag.3, Ottobre 2012, PDF, MOBI
“Nel 1951 il Primo Ministro iraniano Mohammad Mossadeq nazionalizzò l’industria petrolifera, allora controllata dagli inglesi della APOC/BP. La reazione britannica fu molto dura e fu alla base della Crisi di Abadan che vide l’embargo totale delle esportazioni iraniane di petrolio. Dopo la deposizione di Mohammad Mossadeq, per far tornare il petrolio iraniano sui mercati gli Stati Uniti costituirono il “Consorzio per l’Iran”, composto dalle sette principali compagnie petrolifere del tempo. Il Consorzio acquistava il petrolio dall’ente petrolifero nazionale iraniano NIOC in regime di monopolio e lo rivendeva sui mercati al netto delle spese per il risarcimento della nazionalizzazione della BP. Mattei chiese che anche l’Agip potesse far parte del “Consorzio per l’Iran”, ma la sua richiesta fu respinta” [1]
Segno dei tempi che ricorrono, l’Iran è di nuovo nel mirino. E con l’Iran è nel mirino la Siria, che ne costituisce il principale alleato nella regione e che è oggi scossa da una guerra civile fomentata ad arte dagli “amici della democrazia” che siedono a Washington, a Parigi, a Londra, ad Ankara. Ancora una volta la banda di predoni imperialisti capitanata dagli USA (e nel caso specifico coadiuvata dalla Turchia) si presenta a portare un po’ di democrazia “made in USA”. E quando questi banditi internazionali portano la loro democrazia son bombe che fischiano.