Bertolt Brecht | Quando chi sta in alto parla di pace
Tratta da Bertolt Brecht, Poesie e canzoni, a cura di Ruth Leiser e Franco Fortini, Einaudi, 1959 Quando chi sta in alto parla di pace la gente comune sa che...
Tratta da Bertolt Brecht, Poesie e canzoni, a cura di Ruth Leiser e Franco Fortini, Einaudi, 1959 Quando chi sta in alto parla di pace la gente comune sa che...
Comandante generale delle truppe alleate in Europa durante la Seconda guerra mondiale e presidente degli Stati Uniti dal 1953 al 1961, Dwight Eisenhower è passato alla storia per il suo discorso di fine mandato in cui mise in guardia il popolo americano dall’influenza di quello che egli definì, con una locuzione che sarebbe divenuta molto famosa, il “complesso militare-industriale”
Conosci il tuo nemico / Critica marxista dell'economia politica / Guerra permanente / La grossa crisi
La tesi fondamentale è che la causa ultima delle crisi risiede nella concorrenza tecnologica nell’ambito delle relazioni di produzione capitalistiche. In breve, il modo principale attraverso cui i capitalisti competono all’interno di un dato settore è attraverso l’introduzione di tecniche nuove e più efficienti.
Ogni volta che gli Stati Uniti lanciano una qualche campagna contro le pratiche antidemocratiche dei loro nemici – siano essi Russia e Cina o anche Iran, Libia, Siria… – bisognerebbe ricordare loro che la “democrazia” americana si è affermata attraverso lo sfruttamento schiavistico di milioni di neri di origine africana e attraverso il genocidio di milioni di nativi di origine americana, considerati immeritevoli di continuare a vivere nelle ricche terre in cui avevano vissuto per secoli.
La crescita del PIL ovvero della ricchezza prodotta da un paese (o da un gruppo di paesi) non è certo un indicatore della “felicità” delle persone dal momento che tale ricchezza può essere (e in effetti è) redistribuita in modo fortemente diseguale. Per fare un esempio che riguarda le due principali economie mondiali – USA e Cina – possiamo prendere a riferimento il relativo coefficiente di Gini
Anche se nessuno è in grado di sapere con certezza quale sia effettivamente la strategia russa nella “crisi ucraina” e posto che ogni cosa che viene detta sui media è per il 99% propaganda di guerra, ovvero falsità, è tuttavia possibile fare qualche supposizione in merito alle motivazioni che hanno spinto Mosca a decidere l’attacco e a deciderlo proprio ora (anche se è ovvio che lo scenario di guerra era stato elaborato da tempo come concreta possibilità).
Una delle argomentazioni più ricorrenti che vengono utilizzate per confutare la caratterizzazione in senso ultra-reazionario dell’attuale assetto politico dominante in Ucraina consiste nel mostrare come le due principali organizzazioni neo-naziste ucraine – Pravy Sektor e Svoboda – abbiano raccolto nelle due ultime tornate elettorali presidenziali un consenso molto limitato, intorno al 2% nel 2014 [1] (e grosso modo lo stesso anche nel 2019 [2]).
Quando parliamo di guerra sarebbe sempre importante definire cosa si deve intendere con questo termine nella fase attuale e considerare l’impatto delle nuove tecnologie sul modo di farla.
E quando parliamo di guerra mondiale che cosa dobbiamo intendere?
Si dice che nell’attuale conflitto russo-ucraino sia doveroso parteggiare per l’Ucraina in quanto paese aggredito. Ma è condivisibile questo approccio? Facciamo un esempio: in Via Rasella, nel 1944, avremmo dovuto parteggiare per i soldati tedeschi (che erano gli aggrediti) e non con i partigiani italiani (che erano gli aggressori)? Evidentemente no.
Si dirà: i partigiani attaccavano perché erano stati attaccati. Precisamente.
Marco Riformetti, Per una rilettura delle riletture dei “bienni rossi”, Academia.edu, 12 pag., PDF, A4
La Russia di inizio ‘900 è un paese in cui l’impetuoso sviluppo capitalistico ha prodotto una serie di contraddizioni:
«Il concentramento dell’industria era più alto che nei paesi più sviluppati: metà degli operai lavorava in un 7% di imprese, tutte con più di 500 dipendenti. L’espansione capitalistica era stata favorita – coltivata come in una serra, si dirà – da una politica statale di protezionismo doganale, di commesse governative e di porte aperte al capitale straniero. Nelle società anonime, questo deteneva più della metà delle partecipazioni»
Dice Badiou: “Non ho trovato dunque nient’altro da fare che provare, come tutti, a sequestrarmi in casa mia, e nient’altro da dire se non esortare tutti a fare altrettanto. Rispettare, su questo punto, una rigida disciplina è tanto più necessario in quanto è un sostegno e una protezione fondamentale per tutti coloro che sono più esposti: certo, tutto il personale medico curante, che è direttamente sul fronte, e che deve poter contare su una ferma disciplina, ivi comprese le persone infette; ma anche i più deboli, come le persone anziane, in particolare quelle in EPAD (European Prevention of Alzheimer’s Dementia) o immunodepresse; e inoltre tutti coloro che vanno al lavoro e corrono così il rischio di un contagio”
Tratto da Antiper, Essere antifascisti. Riflessioni su fascismo e democrazia, aprile 2009, ver. 2.0 In un paese che, come avrebbe detto Gramsci, ha avuto una Controriforma senza aver avuto una Riforma...
Ho sempre ritenuto che l’attuale situazione, segnata da un’epidemia virale, non aveva certo nulla d’eccezionale. Dalla pandemia (anch’essa virale) dell’HIV, passando per l’influenza aviaria, il virus Ebola, il virus SARS 1, per non parlare di diversi tipi d’influenze, persino del ritorno del morbillo o delle tubercolosi, che gli antibiotici non guariscono più, sappiamo ormai che il mercato mondiale, combinato con l’esistenza di vaste zone sotto-medicalizzate del pianeta e con l’insufficienza della disciplina mondiale nelle necessarie vaccinazioni, produce inevitabilmente delle epidemie serie e devastanti (nel caso dell’HIV, diversi milioni di morti)
Ho visto piegarsi un iracheno carbonizzato verso me attraverso il parabrezza schiantato, col tergicristallo che pare una penna pronta a scrivere pensieri per la Terra, col tergicristallo che pare uno...
1. Quando Lenin fu morto
un soldato della guardia funebre, così raccontano, disse
ai suoi compagni: non volevo
crederlo. Sono entrato dov’era disteso e
gli ho gridato all’orecchio: “Il’ic,
arrivano gli sfruttatori!” Non s’è mosso. Ora
so che è morto.2. Se un uomo buono se ne vuole andare
con che cosa lo si può trattenere?
Ditegli a che cosa egli è necessario.
Questo lo tratterrà.
L’imbroglione politico è figlio dell’analfabeta politico che è ignorante non perché è tenuto all’oscuro di ciò che accade, ma perché decide di disinteressarsene. I popoli che non si curano delle vicende politiche e si preoccupano solo del campionato di calcio o del vestito da mettere il sabato sera o dell’ultima versione di smarthphone sono destinati a restare perennemente schiavi.
Il peggiore analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
nè s’importa degli avvenimenti politici.Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.
…guerra non è solo quella delle bombe che uccidono ogni giorno tanti esseri umani per gli interessi dei potenti del mondo. “Guerra” può essere anche, ribaltando e capovolgendo la prospettiva, quella che dobbiamo condurre quotidianamente contro le logiche che producono la guerra. Una guerra che diventa dunque Resistenza: resistenza contro una società che ci rende “automi” e “atomi”, particelle impazzite che hanno perso il senso della propria vita; resistenza allo sfruttamento sul posto di lavoro, resistenza a relazioni sempre più mercificate, resistenza all’omologazione del nostro pensare e del nostro sentire.
In quest’ora ricordo tutto e tutti,
nelle fibre, nel profondo, nelle
regioni che — suono e penna —
battendo un poco, esistono
oltre la terra, ma nella terra. Oggi
comincia un nuovo inverno.
Non v’è in questa città,
dove sta ciò che amo,
non v’è pane, né luce: un vetro freddo cade
su gerani secchi. Di notte sogni neri
aperti da obici, come buoi insanguinati:
nessuno nell’alba delle fortificazioni,
altro che un carro rotto: già muschio, già silenzio di età
invece di rondini nelle case bruciate,
dissanguate, vuote, con porte volte al cielo:
già il mercato sta aprendo i suoi poveri smeraldi,
e le arance, il pesce,
ogni giorno portati attraverso il sangue,
si offrono alle mani della sorella e della vedova…..
Pace nel Vietnam! Guarda cos’hai lasciato
in quella pace lì di sepoltura
piena di morti da te calcinati!Con un raggio di eterna scottatura
chiederanno di te i sotterrati.
Nixon, ti scoveranno le mani dure
della rivoluzione sulla terra
per umiliare la tua squallida figura:
sarà il Vietnam che ti sconfisse in guerra.Nixon non credo nella tua pace vinta!
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