Taggato: rivolta

0

Nanni Balestrini | Invisibili

La testa non entrava non riusciva a passare da quel buco a uscire fuori da un’altra parte a vedere fuori a vedere dove sono dove siete quando eravamo mille diecimila centomila non è possibile che fuori non c’è più nessuno

0

Antiper | Angela Davis e la “rivoluzione” che non c’è

Che cos’è il materialismo? E’ l’approccio gnoseologico secondo cui la soggettività è, in ultima istanza, un “riflesso” dell’oggettività. Potremmo dire, con Politzer, che “l’essere produce il pensiero” o, con Marx, che “è l’essere sociale che determina la coscienza”. La mente riflette il mondo reale dentro di sé sotto forma di idee sul mondo.

0

Antiper | Non solo contro il razzismo, ma contro l’ingiustizia sociale. Sulla rivolta di Minneapolis

La “rivolta di Minneapolis”, esplosa con l’omicidio dell’afroamericano George Floyd da parte della polizia cittadina, si è estesa in modo rapidissimo al resto degli Stati Uniti ed ha raccolto una vasta solidarietà anche nel resto del mondo. L’assassinio di George Floyd ha avuto un impatto emotivo fortissimo; vedere un uomo a terra che implora di non essere ucciso e chiama la madre, mentre il suo assassino lo soffoca senza pietà, con le mani in tasca, mentre chiacchiera con gli altri suoi complici, è qualcosa che ti mette un’arma in mano.

0

Antiper | Digital divide

Da alcuni anni, il termine “digital divide” viene usato per indicare il crescente divario a livello tecnologico-digitale tra le varie aree del pianeta. L’analisi del digital divide misura il distacco tra paesi ad alto tasso e paesi a basso tasso di sviluppo tecnologico.

0

Antiper | Una differenza (tra Egitto e Tunisia)

Quello arabo è certamente un mondo variegato, stimolante, tendenzialmente un po’ criptico anche per ragioni legate alle diverse storie e alle diverse culture che lo compongono che spesso tendiamo ad appiattire perché non sappiamo coglierne stratificazioni e specificità

0

Antiper | Anche l’energia popolare può essere messa al servizio di interessi antipopolari

L'”energia umana” di cui si alimenta ogni rivolta (e dunque anche di quelle scoppiate in Nord Africa e Medio Oriente) è naturalmente quella fornita dal disagio sociale e dalla volontà di cambiamento politico di larghi settori popolari. La crisi economica (peraltro, in molti paesi dell’area, preceduta da fasi di crescita economica sostenuta), il fallimento post-coloniale, la repressione e il controllo sociale… hanno moltiplicato il malcontento, solo parzialmente calmierato dai flussi migratori.