Giulia Iacometti | L’argomento-Antropocene occulta i rapporti di classe
Tratto da Etica e politica nell’Antropocene (a partire dal contributo di Jason W. Moore), Tesi di laurea in filosofia, Pisa, 2018, PDF, 72 pagine.
![](https://i1.wp.com/www.antiper.org/wp-content/uploads/2022/08/antropocene-1.jpg?fit=1024%2C576)
L’adozione del termine Antropocene nasconde molto più di quanto non mostri: in particolare, nasconde il fatto decisivo che l’anthropos vive all’interno di società che sono governate da ben precisi rapporti sociali di produzione, e questo tanto che le forme di energia adottate si basino sull’uso di vapore o carbone, tanto che esse si basino sull’uso di energia nucleare o di gas naturale.
L’emissione dei gas fa aumentare la temperatura globale della Terra e questo può mettere a repentaglio la vita sul Pianeta? La colpa è dell’Uomo. Con la U maiuscola.
“La forza trainante di questo cambiamento epocale? In due parole: carbone e vapore. La forza trainante dietro al carbone e al vapore? Non le classi. Non il capitale. Non l’imperialismo. Nemmeno la cultura. Bensì… avete indovinato: l’Anthropos! L’umanità come un tutto indifferenziato.” [59]
Si tratta dello stesso tipo di “sostituzione filosofica” che conduce ad incolpare la Tecnica (e non il Capitale) per i problemi prodotti dalla modernità e che non a caso propone molto spesso una via d’uscita reazionaria [60].
In realtà
“Il cambiamento climatico non è il risultato dell’azione umana in astratto – l’Anthropos – bensì la conseguenza più evidente di secoli di dominio del capitale. Il cambiamento climatico è capitalogenico (Street 2016).” [61]
Del resto se fosse l’Uomo in astratto a portare la colpa della devastazione ambientale allora tutti gli uomini sarebbero responsabili e dunque nessuno in specifico è, deve sentirsi o deve essere indicato come tale. L’Antropocene, che voleva colpevolizzare tutti per responsabilizzare tutti, finisce per assolvere tutti
“non mette in discussione le disuguaglianza naturalizzate, l’alienazione e la violenza iscritta nei rapporti moderni di potere e di produzione. È una storia facile da raccontare, perché non ci chiede affatto di pensare a questi rapporti.” [62]
Note
[59] J. W. Moore, Antropocene o Capitalocene?, pag. 37.
[60] Cfr. M. Heidegger, La questione della tecnica, in Saggi e discorsi.
[61] J. W. Moore, Antropocene o Capitalocene?, pag. 29.
[62] J. W. Moore, Antropocene o Capitalocene?, pag. 38.