Taggato: NATO

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Antiper | Il mondo cambia e si prepara la guerra

La crescita del PIL ovvero della ricchezza prodotta da un paese (o da un gruppo di paesi) non è certo un indicatore della “felicità” delle persone dal momento che tale ricchezza può essere (e in effetti è) redistribuita in modo fortemente diseguale. Per fare un esempio che riguarda le due principali economie mondiali – USA e Cina – possiamo prendere a riferimento il relativo coefficiente di Gini

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Antiper | Perché la Russia ha attaccato l’Ucraina proprio ora?

Anche se nessuno è in grado di sapere con certezza quale sia effettivamente la strategia russa nella “crisi ucraina” e posto che ogni cosa che viene detta sui media è per il 99% propaganda di guerra, ovvero falsità, è tuttavia possibile fare qualche supposizione in merito alle motivazioni che hanno spinto Mosca a decidere l’attacco e a deciderlo proprio ora (anche se è ovvio che lo scenario di guerra era stato elaborato da tempo come concreta possibilità).

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Antiper | Il nazionalismo ucraino è fascista?

Una delle argomentazioni più ricorrenti che vengono utilizzate per confutare la caratterizzazione in senso ultra-reazionario dell’attuale assetto politico dominante in Ucraina consiste nel mostrare come le due principali organizzazioni neo-naziste ucraine – Pravy Sektor e Svoboda – abbiano raccolto nelle due ultime tornate elettorali presidenziali un consenso molto limitato, intorno al 2% nel 2014 [1] (e grosso modo lo stesso anche nel 2019 [2]).

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Antiper | Tra aggressori e aggrediti nella guerra russo-ucraina

Si dice che nell’attuale conflitto russo-ucraino sia doveroso parteggiare per l’Ucraina in quanto paese aggredito. Ma è condivisibile questo approccio? Facciamo un esempio: in Via Rasella, nel 1944, avremmo dovuto parteggiare per i soldati tedeschi (che erano gli aggrediti) e non con i partigiani italiani (che erano gli aggressori)? Evidentemente no.
Si dirà: i partigiani attaccavano perché erano stati attaccati. Precisamente.

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CSPAAAL | Alla conquista del gas. Contro l’aggressione imperialista, dalla parte del popolo libico

L’intervento “umanitario” è, infine, cominciato. Paesi ex-colonialisti ed ex-schiavisti hanno deciso, in nome di quei diritti umani da essi sistematicamente calpestati, di applicare anche alla Libia il “trattamento Jugoslavia”: guerra e smembramento del territorio in entità nazionali separate. Lo hanno fatto per interessi economici, per il gas, per rinsaldare il controllo di quel Nord Africa attraversato (anche di recente) da profonde tensioni sociali? No di certo (dicono loro). Lo hanno fatto (dicono sempre loro) per difendere i civili libici dai massacri del criminale Gheddafi, quello stesso criminale che per anni l’Italia ha pagato per essere il fedele e spietato gendarme dei flussi migratori africani diretti verso l’Europa, grazie anche ad un trattato avviato dal governo di centro-sinistra Prodi-Ferrero-Mastella e non concluso solo perché valutato “troppo oneroso economicamente”: in sostanza, Gheddafi voleva troppi soldi, ma per il resto il trattato poteva andare.