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David Harvey | L’importanza della Cina nell’economia mondiale

David Harvey, L’importanza della Cina nell’economia mondiale, settimo capitolo di The Anti-capitalist Chronicles, Pluto press, 2020. Traduzione CR per Antiper (dicembre 2020) Il 2 gennaio 2019, dopo la chiusura del...

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David Harvey | The Significance of China in the World Economy

On January 2, 2019, after the stock market had closed, Apple Computer announced that it was not going to meet its sales targets, particularly in China. There was an immediate crash in Apple’s stock (down by 6 percent), and the following day, the stock market that had already lost a lot of money declined by another 2.5 percent. The interesting thing about this was that it was Apple computer sales in China that triggered the problem. Apple computers are, of course, made in China, but Apple also has a significant market there. The main official explanation for the problem was that the consumer market in China was softening for a number of reasons. The main cited reason was the Trump assault upon tariffs. But the other, which came in the small print in later reporting, was stagnation in China’s consumer market.

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Antiper | Questioni dell’antifascismo

Tratto da Antiper, Essere antifascisti. Riflessioni su fascismo e democrazia, aprile 2009, ver. 2.0 In un paese che, come avrebbe detto Gramsci, ha avuto una Controriforma senza aver avuto una Riforma...

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RK | Tutti per la crescita, intanto negli States…

La vulgata neokeynesiana pro “crescita” ha su questa sponda dell’Atlantico il suo dogma incrollabile: gli Stati Uniti sono usciti dalla crisi grazie alla politica economica e monetaria espansiva dell’amministrazione Obama. Il suo profeta Paul Krugman, è vero, proclama in patria che la liquidità immessa non è ancora sufficiente per risollevare la middle class (anzi, ultimamente ha avanzato dubbi più “strutturali” ma i suoi adepti europei non sembrano aver preso nota). Nessuno comunque mette in dubbio che la strada giusta è quella.

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Antiper | Segni dei tempi

Segno dei tempi che ricorrono, l’Iran è di nuovo nel mirino. E con l’Iran è nel mirino la Siria, che ne costituisce il principale alleato nella regione e che è oggi scossa da una guerra civile fomentata ad arte dagli “amici della democrazia” che siedono a Washington, a Parigi, a Londra, ad Ankara. Ancora una volta la banda di predoni imperialisti capitanata dagli USA (e nel caso specifico coadiuvata dalla Turchia) si presenta a portare un po’ di democrazia “made in USA”. E quando questi banditi internazionali portano la loro democrazia son bombe che fischiano.

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Antiper | Siria, un altro tassello del mosaico

Per sviluppare una riflessione sulla situazione siriana è necessario collocarla all’interno del tentativo di ristrutturazione dell’egemonia nord-americana ed europea in atto da anni in Medio Oriente. Dobbiamo legare il particolare contesto siriano con il più generale quadro internazionale che si caratterizza, da un lato, per le cosiddette “rivolte arabe” e per i loro discutibili esiti attuali [1] e, dall’altro, per la crisi economica di lunga durata del modo di produzione capitalistico, vera forza motrice di questi avvenimenti.