Antiper | Una nota su composizione organica di capitale, saggio di pluvalore e caduta tendenziale del saggio di profitto
Una delle parti principali del III Libro del Capitale è costituita dall’esposizione della legge della caduta tendenziale di profitto (l’intera terza sezione prende questo nome). Durante la spiegazione della legge, mentre sta parlando degli effetti sul saggio di profitto dell’aumento della composizione organica di capitale, Marx propone il seguente ragionamento
“Se si suppone inoltre che questo progressivo mutamento della composizione del capitale non si verifichi solo in alcune sfere isolate di produzione ma, in misura maggiore o minore, in tutte o almeno in quelle di maggiore importanza; se tale cambiamento modifica quindi la composizione media organica [1] del capitale complessivo appartenente ad una determinata società, questo progressivo aumento del capitale costante in rapporto a quello variabile deve portare per forza di cose a una progressiva diminuzione del saggio generale del profitto, restando immutato il saggio del plusvalore o il grado di sfruttamento del lavoro da parte del capitale” [2] [3]
Il passaggio è tecnicamente ineccepibile nel senso che in effetti, se Splusvalore resta immutato, Sprofitto diminuisce con l’aumentare della composizione organica di capitale.
Infatti, dal momento che
segue che, se P/V è costante e C/V aumenta, Sprofitto diminuisce.
Nondimeno l’ipotesi di invarianza del saggio di plusvalore al variare della composizione organica di capitale è spesso irrealistica, specialmente quando l’introduzione di nuove tecnologie viene realizzata proprio per espellere forza-lavoro realizzando un aumento a costi convenienti del grado di sfruttamento del lavoro (appunto, un aumento del saggio di plusvalore) – come del resto spiega lo stesso Marx nel Cap. XIV del terzo libro, il capitolo sulle contro-tendenze –.
Ovviamente, c’è tutta una casistica di aumenti della composizione organica di capitale (diciamo, di introduzione di nuove tecnologie) il cui obbiettivo non è tanto quello di realizzare innovazioni (maggiormente produttive) di processo, quanto piuttosto quello di realizzare innovazioni di prodotto (in cui ci possono essere anche riduzioni della produttività).
Marx formula la sua “ipotesi di invarianza” per isolare il funzionamento “allo stato puro” della Legge della caduta tendenziale del saggio di profitto (LCTSP), ma finisce per creare una piccola complicazione perché scopre il fianco a tutta una serie di critiche – molte delle quali peraltro puramente strumentali – che tuttavia contengono, almeno formalmente, un parziale elemento di verità dal momento che una innovazione tecnologica che consente di risparmiare costi di produzione può effettivamente permettere, a chi la introduce, di realizzare un aumento del proprio saggio di profitto (producendo un aumento del saggio di plusvalore).
Dunque la critica all’ipotesi di invarianza (la quale ipotesi, in varie forme, viene riproposta da Marx più volte in tutta la Sezione III) non appare sbagliata perché in linea di principio non è corretto, per dimostrare la legge della caduta tendenziale del saggio di profitto, impostare l’invarianza del saggio di plusvalore dal momento che le innovazioni tecnologiche che vengono introdotte (e che producono l’aumento della composizione organica di capitale) spesso devono agire proprio su di esso.
Sarebbe come se, mentre sto perdendo una gara di tiro alla fune, affermassi che in realtà sto vincendo e che la cosa non si vede semplicemente perché c’è la contro-tendenza del mio avversario e che, se gli non ci fosse, si vedrebbe benissimo la mia vittoria. Questo non è un buon modo per analizzare il risultato del tiro alla fune e lascia spazio a quei critici che – utilizzando lo stesso metodo – affermano che la legge non è della caduta del saggio di profitto, ma della crescita e che la caduta è solo una contro-tendenza.
Note
[1] Qui ovviamente per “composizione media organica” si deve intendere la media delle composizioni organiche specifiche di tutti i settori produttivi della società (Nota Antiper).
[2] “Saggio di plusvalore” e “grado di di sfruttamento del lavoro da parte del capitale potrebbero essere considerati anche sinonimi (Nota Antiper).
[3] Karl Marx, Il Capitale, Libro III, Sezione III, La legge della caduta tendenziale del saggio di profitto, Cap. XIII, La legge in quanto tale, pag. 272, UTET, Torino. Edizione a cura di Bruno Maffi. Corsivi nostri.